Bocciatura del logo "Rome&You" del Comune di Roma da parte dell'Accademia della Crusca

Informalingua non ha una concezione purista della lingua e delle lingue e non disdegna l'uso di forestierismi (non solo anglicismi) anche all'interno degli articoli qui pubblicati. Tuttavia, ci è sembrata sacrosanta la bocciatura da parte dell'Accademia della Crusca dell'assurdo logo in lingua inglese "Rome&You" concepito dal Comune di Roma per le comunicazioni verso l'esterno. 


Secondo quanto riferisce il quotidiano romano Il Tempo, il linguista e presidente onorario dell'Accademia della Crusca Francesco Sabatini ha definito "provinciale" la scelta di sostituire il vecchio logo in lingua italiana con uno in lingua inglese e "superfluo" l'uso degli anglicismi per simili iniziative. "Si fermino un momento - ha dichiarato Sabatini - a riflettere su quello che fanno, respirino profondo e soprattutto pensino al significato delle parole straniere che usano, non dimenticando che possono provocare un guasto sociale. In Italia si deve avere il coraggio di dire no al provincialismo linguistico. 



Credo che nel ricorso, anzi all'abuso, nella comunicazione pubblica di tante parole inglesi, quasi sempre superflue, ci sia mancanza di un’attenta riflessione. Il ricorso a parole inglesi nella lingua italiana è accettabile quando manca nel nostro idioma un concetto simile a quello straniero. Altrimenti l’anglismo diventa superfluo. Quando si usano termini stranieri nella comunicazione pubblica bisogna pensare alla loro utilità, e soprattutto alla loro eventuale oscurità. I concetti devono sempre essere chiari e comprensibili per tutti. Altrimenti si fa un gioco inutile di parole e si dimostra "provincialismo".



Oltre a condividere in toto le affermazioni di Sabatini, ci teniamo a sottolineare un altro aspetto della questione. Se nel caso del logo "Rome&You" l'intenzione del Comune di Roma è quella di strizzare l'occhio a un pubblico internazionale con l'obiettivo commerciale (di marketing si direbbe) di attrarre più turisti e capitali stranieri nella Città Eterna, ebbene forse proprio una formula in lingua italiana sarebbe la scelta migliore in virtù del fascino indiscutibile che la nostra lingua esercita nel mondo. 



Nonostante la crisi economica che attraversa il nostro paese, i marchi italiani continuano ad attrarre l'attenzione dei capitali stranieri anche perché hanno nomi italiani e se i creativi delle agenzie pubblicitarie (a proposito il logo è costato ben 20.000 euro alle casse del Comune) sono in cerca di "brand" (marchi, si dice marchi!) efficaci, allora la lingua italiana è proprio uno di questi, ed è gratis, senza "copyright" (diritti d'autore, si chiamano diritti d'autore!). 
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