Umberto Eco e i traduttori automatici

Nel primo capitolo del libro Dire quasi la stessa cosa  Umberto Eco si diverte ad analizzare la traduzione automatica di un software gratuito on line fornito, all’epoca, da Altavista. Il capitolo termina con queste considerazioni che rivelano i limiti di questi programmi.


Nel primo capitolo del libro Dire quasi la stessa cosa  Umberto Eco si diverte ad analizzare la traduzione automatica di un software gratuito on line fornito, all’epoca, da Altavista. Il capitolo termina con queste considerazioni che rivelano i limiti di questi programmi.
«Qualcuno potrà obiettare che il, servizio di traduzione di Altavista, essendo gratuito, è un semplice gadget regalato ai navigatori di Internet, senza eccessive pretese. Ma ecco che ho sot­to mano l'ultima traduzione italiana di Moby Dick (Milano:Frassinelli 2001) dove il traduttore, Bernardo Draghi, si è preso il divertimento di sottoporre l'inizio del capitolo 110 a quello che egli indica come "un noto software di traduzione, attualmente venduto al prezzo di circa un milione di lire".
Ecco l'originale, la traduzione Draghi e la traduzione da un milione:     


“Upon searching, fit was found that the casks last struck into the hold were perfectly sound, and that the leak must be further off. So, it being calm weather, they broke out deeper and deeper, di­sturbing the slumbers of the huge ground-tier butts; and from that black midnight sending those gigantic moles into the dayli­ght above. So deep did they go, and so ancient, and corroded, and weedy the aspect of the lowermost puncheons, that you al­most looked next for some mouldy corner-stone cask contai­ning coins of Captain Noah, with copies of the posteri placards, vainly warning the infatuated old world from the flood.”

TRAD. DRAGHI,
“ A una prima ispezione, si accertò che le botti calate nella stiva per ultime erano perfettamente sane. La falla doveva quindi essere più in basso. Perciò, approfittando del bel tempo, si esplorò sempre più a fondo, disturbando il sonno delle enormi botti dello strato inferiore e spedendole come giganteschi talponi da quella nera mezzanotte alla viva luce del giorno. Ci si spinse così a fondo, e così antico, corroso e marcescente era l'aspetto delle botti più grandi e profonde, che a quel punto ti saresti quasi aspettato di veder comparire un canterano ammuffito con il gruzzolo di capitan Noè e le copie dei manifesti invano affissi per mettere in guardia dal di­luvio quell'antico mondo presuntuoso.”

TRAD. AUTOMATICA.
“Al cerco, fu trovato che i barili du­rano scioperato nella presa era perfettamente suono, e che la crepa deve essere più lontano. Così, esso che è tempo calmo, loro ruppero fuori più profondo e più profondo e disturbano i sonni dell'enorme macinato-strato le grosse botti; e da quel nero spedendo mezzanotte quelle talpe gigantesche nella luce del giorno sopra di. Così profondo fece loro vanno; e così anti­co, e corrose, e coperto d'erbacce l'aspetto del puncheons del più basso che Lei cercò pressoché seguente del barile dell'ango­lo-pietra ammuffito che contiene monete di Capitano Noah, con copie degli affissi affissi che avverte vanamente il vecchio mondo infatuato dall'inondazione.”